gravidanza parodontite

Gravidanza e parodontite

La Parodontite è una malattia infiammatoria ad eziologia multifattoriale; come tale, sono diversi i fattori che possono intervenire nella sua manifestazione.

I suddetti fattori sono la placca, la genetica, le condizioni sistemiche, i fattori ambientali e i fattori occlusali.

Ogni fattore può influenzare, da solo o sinergicamente, la risposta del paziente.

Tra i fattori elencati, quelli su cui porremo la nostra attenzione, sono le condizioni sistemiche; in particolar modo, la GRAVIDANZA.

A differenza delle altre condizioni sistemiche croniche, la Gravidanza ha un’influenza negativa sull’esito e gestione della parodontite Temporanea (9 mesi).

BREVE ACCENNO SULLA GRAVIDANZA FISIOLOGICA

Per comprendere meglio in che modo c’è un interazione tra i patogeni parodontali e gli esiti della gravidanza, devono essere brevemente descritti la fisiologia della gravidanza e i cambiamenti che si verificano durante le complicazioni della gravidanza stessa.

Dopo il concepimento, la placenta totalmente derivata dal feto invade e si sviluppa sostenuta dal tessuto uterino materno. Attraverso la placenta ricca di vasi, c’è uno scambio di nutrienti e rifiuti tra la madre e il feto. Avendo le risorse necessarie, quest’ultimo cresce nel liquido amniotico. Le crescenti esigenze di nutrienti e lo spazio decrescente, nel tempo, diventano parametri critici per la sopravvivenza sia della madre che del feto.

Con il progredire della gravidanza, i livelli di liquido amniotico delle prostaglandine E2 (PGE2) e delle citochine infiammatorie, come TNF-a e IL-1b, aumentano costantemente fino a raggiungere un livello soglia, critico per indurre la rottura delle membrane del sacco amniotico, la contrazione uterina, la dilatazione cervicale e la consegna del feto.

Pertanto, il parto normale è controllato da una Segnalazione Infiammatoria.

Tra la Parodontite e la Gravidanza c’è un rapporto di tipo BIUNIVOCO; nel senso che la Parodontite può comportare esiti avversi alla Gravidanza e viceversa.

COME LA PARODONTITE PUÒ INFLUENZARE LA GRAVIDANZA.

Il parto fisiologico è controllato dalla segnalazione infiammatoria e questo processo rappresenta un meccanismo che può essere modificato da stimoli esterni, tra cui infezione e stress infiammatori.

I meccanismi attraverso cui gli stimoli esterni possono raggiungere l’unita feto-placentare sono due:

1) Meccanismo biologico diretto: i batteri parodontali e / o i loro prodotti patogeni si diffondono all’unità feto-placentare, dove innescano una risposta infiammatoria locale che provoca l’aumento dei mediatori infiammatori, che contribuiscono alle complicazioni in gravidanza.

2) Meccanismo biologico indiretto: i mediatori infiammatori prodotti a livello gengivale, in risposta ad agenti patogeni parodontali, entrano nella circolazione sanguigna e raggiungono: 1) l’unità feto-placentare e migliorano l’accumulo di maggiori quantità di questi mediatori in questo compartimento e 2) il fegato in cui stimolano una risposta infiammatoria sistemica. Questi prodotti accedono alla circolazione sanguigna e possono entrare nell’unità feto-placentare aumentando l’infiammazione intra-uterina.

In seguito all’azione che questi batteri possono avere all’interno della placenta, e quindi sul feto, le COMPLICAZIONI LEGATE ALLA GRAVIDANZA possono essere:

  • basso peso alla nascita (inferiore a 2,5 kg) o peso alla nascita molto basso (inferiore a 1,5 kg);
  • parto pre-termine (prima di 37 settimane) o parto molto pre-termine (prima di 32 settimane);
  • pre-eclampsia (comunemente definita ipertensione materna e proteinuria, dopo la ventesima settimana gestazionale),
  • diabete mellito gestazionale;
  • aborto spontaneo.

COME LA GRAVIDANZA PUÒ INFLUENZARE LA PARODONTITE.

I cambiamenti fisiologici che si verificano durante la gravidanza portano a un cambiamento nella flora batterica orale e ad una progressione della gravità dell’infiammazione gengivale e della malattia parodontale.

I livelli alti di Progesterone ed Estradiolo nel sangue comportano un alto rischio di infiammazione gengivale: tessuti e mucose diventano più sensibili. Il progesterone, nello specifico, è in grado di indurre la dilatazione dei capillari gengivali, l’aumento dell’essudato capillare e la permeabilità capillare, che si traducono clinicamente in eritema ed edema del margine gengivale.

L’incremento degli Estrogeni influenza il sanguinamento e l’infiammazione gengivale perché aumenta il volume di sangue in circolo.

COME IL CLINICO DOVREBBE COMPORTARSI IN PRESENZA DI UNA PAZIENTE IN DOLCE ATTESA.

  1. Identificare il periodo della gravidanza;
  2. Confermare una storia di esiti avversi da precedenti gravidanze, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, insieme ai dettagli dei farmaci assunti;
  3. Valutare i fattori di rischio, tra cui il fumo;
  4. Eseguire una valutazione orale completa comprendente un esame parodontale, che dovrebbe includere la valutazione dell’accumulo di placca e dello stato infiammatorio gengivale (sanguinamento al sondaggio).

A seconda del risultato di questo esame parodontale, dovrebbe essere identificata una diagnosi parodontale di “Gengiva sana”, “Gengivite” o “Parodontite”.

Gengiva sana:

Alle donne in gravidanza con Gengive sane devono essere fornite educazione alla salute orale e consigli di salute generale.

Devono essere istruite su come prevenire le malattie parodontali e orali (non solo durante la gravidanza, ma per tutta la vita e in relazione alla futura salute orale dei loro bambini).

Il professionista della salute orale deve informare le donne degli eventi parodontali che si verificano generalmente durante la gravidanza (aumento della vascolarizzazione, possibilità di una maggiore incidenza di sanguinamento e ingrossamento gengivale) e degli esiti avversi generali che possono verificarsi durante la gravidanza (ipertensione, diabete gestazionale).

Gengivite:

La gengivite associata alla gravidanza si verifica anche in presenza di poca placca o tartaro. Può avere inizio in genere dal secondo o terzo trimestre di gestazione e scompare dopo il parto.

Si consiglia: un adeguato controllo meccanico della placca, associato all’utilizzo di collutori, che sono sicuri ed efficaci nel ridurre l’infiammazione gengivale.

Eseguire un monitoraggio frequente dello stato parodontale durante la gravidanza e, in caso di recidiva, fornire un ritrattamento.

Parodontite:

In alcuni casi, la gengivite della gravidanza può evolvere in una forma più grave, la Parodontite della gravidanza.

Ecco perché è bene sottoporsi a visite di controllo periodiche dal proprio dentista, soprattutto in presenza di sanguinamento gengivale.

L’uso di antidolorifici comuni e di antibiotici sistemici è sconsigliato.

LA TETRACICLINA E IL METRONIDAZOLO DOVREBBERO ESSERE EVITATI.

Epulide Gravidica:

Un’altra forma di infiammazione gengivale che può insorgere durante la gravidanza è “l’epulide gravidica” o “il granuloma piogeno”.

Questa compare all’improvviso, in qualsiasi momento della gravidanza. Si presenta come una protuberanza della gengiva, localizzata tra i denti e sanguina molto facilmente se irritata (esempio, durante lo spazzolamento).

Anche il granuloma, tende a regredire dopo il parto. In caso negativo, l’asportazione chirurgica deve essere ritardata fino al post partum.

I trattamenti parodontali raccomandati dovrebbero essere evitati nel primo trimestre a causa di possibili stress per il feto e dovrebbero essere eseguiti preferibilmente durante il secondo o terzo trimestre: meglio tra il 4° e il 6° mese.

 CONSIGLI:

Rimozione meccanica della Placca da parte del professionista + buona igiene orale domiciliare (spazzolamento 3 volte al giorno, inclusa l’igiene interdentale).

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